Il Premio Morlotti nel 1999 è stato assegnato a Luca Pignatelli per l’opera Ricognizione (olio su tela cm 100 x 100)

L’opera consta di una visione quasi monocroma di un solo colore, colore di immagini che, per contro, riproducono quasi con precisione le linee del paesaggio che si staglia davanti a noi .

In effetti dietro questa visione, per certi aspetti realistica, si nasconde il mistero.

In questa circostanza i profili arditi e delineati delle montagne, in parte nascosti dal riflesso della neve, suggeriscono un luogo sconosciuto in cui ci potremmo perdere.

L’ambiente non ci è familiare, il colore non ci aiuta a riconoscerlo né a scoprirne gliaspetti particolari o gli angoli remoti; non ne conosciamo i percorsi.

Il profilo inquietante dell’aeroplano ad elica ci sovrasta, dominandoci dall’alto.

La sua visione aerea inquadra e controlla la realtà sottostante, mentre la sua identità che sembra confondersi con le sfumature del paesaggio, a noi sfugge completamente.

Un ritaglio nella tela ci invita a socchiudere la porta, a penetrare il mistero, l’ignoto che si cela dietro l’apparenza.

Luca Pignatelli nasce nel 1962 a Milano. Dove segue lezioni alla Facoltà di Architettura.

Figlio d’arte, la sua pittura si caratterizza per la commistione di due temi fondamentali: a) la crescita sedimentaria della Storia che lo porta a visitare i grandi cantieri e i depositi militari; b) il fascino per i misteri che le città portuali celano dietro ad anonime architetture.

Inizialmente però, a 23 anni, elabora i primi paesaggi newyorkesi, che espone alla mostra da Antonia Jannone.

Il suo catalogo è fatto da anomali oggetti pittorici, quali, fra gli altri, teloni di canapa e carte assemblate.Scultore, la sua iconografia è composta da monumentali riproduzioni dei Re di Roma e bighe trainate da cavalli su tele lavorate con tecniche peculiari.

A metà degli anni ’80 Pignatelli, insieme a Petrus, Frangi e Velasco danno vita all’Officina milanese,luogo non fisico di collaborazione fra i quattro: qui essi discutono i nodi irrisolti di ognuno di loro. Questa piccola confraternita di artisti si è sempre caratterizzata per la sua refrattarietà alle mode e all’arte concepita come fredda provocazione; progressivamente, il loro riferimento pittorico che finisce per accomunarli è la città.