Il Premio Morlotti nel 2016 è stato assegnato a Zhang Qiao per l’opera L’uomo invisibile” (olio su tela cm 145 x 90).

L’opera espone un iperrealismo -di stampo californiano – che disegna corpi fotografici che emergono evidenti dalla tela con una valenza fantasmatica: in cima al corpo c’è un volto misterioso sostituito da una pittura rosa. Il risultante è spiazzante: la realtà si scontra con un sintetico innesto, detto altrimenti una cancellatura dell’identità, per dirla con Emilio Isgrò. Il riconoscimento della persona è impossibile, l’individualità sembra essere annullata.

Siamo di fronte ad una identità sconosciuta che sembra sfuggire allo stesso protagonista. Il soggetto invisibile di Zhang Qiao scompare travolto dalle realtà sociale, politiche dalla lotta per i diritti, dal livellamento della cultura di massa. Una condanna al livellamento cui è condannato il singolo a causa della globalizzazione ritratta in un uomo (o donna?) che si fa specchio di un disagio universale.

Nella forma precisa ritagliata della figura e degli abiti si può parlare di una forma di nascondimento o sbarramento e non di mascheramento, Non solo travestimento fine a sé stesso: lo spettatore è chiamato a penetrare l’identità anonima, a scoprire nell’intimo cosa nasconde quel volto.

Zhang Qiao nasce nel 1990 a Wuhan, conseguendo la laurea in Belle Arti a HuBei nel 2012. Successivamente va ad abitare e a studiare a Pechino. Attualmente è iscritta al Biennio Specialistico in Brera.