Il Premio Morlotti nel 1997 è stato assegnato a Giovanni Frangi per l’opera Tangenziale (olio su tela cm 40 x 50)
Nell’opera l’uniformità statica della campagna sta per cedere la scena all’incipiente città.
L’osservazione del paesaggio dà luogo al movimento, che lascia dietro di sé solo la scia di rapidi sguardi sul paesaggio. Il movimento vorticoso della corsa, accentuato dal profilo sinuoso del tracciato, consente solo fuggevoli e inattese visioni. La realtà prende confini mobili, frammenti di profili, fotogrammi che restano sospesi.
Pennellate dense e vigorose e il colore, anche acceso, predomina sulla precisione delle linee a raccontare un mondo impossibile da penetrare e decifrare.
“Descrivo -così l’autore considera la sua opera- il reale per scioglierlo dalle sue regole, per averlo come accadimento del cuore”
Giovanni Frangi nasce a Milano il 12 maggio del 1959.
Frangi comincia a dipingere prestissimo ed esordisce a 23 anni, nel 1982, con la mostra Giovani pittori e scultori italiani; nello stesso anno si diploma all’Accademia di Brera.
Giovanni Testori intuisce il talento del giovane e catalizza le di lui energie. All’inizio Frangi guarda molto a Giacometti, Varlin e Morandi, per poi, con la scoperta dei Nuovi Selvaggi, conosce gli espressionisti.
Da qui in avanti, Frangi dipingerà quasi sempre Milano; realista e affascinato dalla periferia per lui capace di dare il senso della città. L’elemento ulteriore delle sue pennellate, almeno all’inizio, sono le catene montuose.
A metà degli anni ’80 Frangi, Petrus, Pignatelli, Velasco fondano l’Officina milanese luogo non fisico di collaborazione fra i quattro: qui essi discutono i nodi irrisolti di ognuno di loro. Questa piccola confraternita di artisti si è sempre caratterizzata per la sua refrattarietà alle mode e all’arte concepita come fredda provocazione; progressivamente, il loro riferimento pittorico che finisce per accomunarli è la città.