Nicola Samorì ha partecipato all’edizione 2001 del Premio Morlotti con l’opera L’appartenenza a sé (dinamismo gitano, olio su rame, cm 80 x 60).
Nato a Forlì nel 1977, vive a Bagnacavallo (Ravenna).
Centro dell’opera è il corpo, con il quale l’artista dialoga con la realtà. Il diaframma esile e potente è protagonista della mediazione tra il mondo e la percezione di noi stessi.
Sede dell’essere, il corpo si dinamizza nel divenire, inteso come autocomprensione, nel tempo, dell’essere stesso.
La pittura virtuosa di Samorì concentra sul corpo l’indagine artistica, esprimendolo come vortice di vitale energia.
Samorì è un punto di riferimento per molti artisti, vista la capacità di riportare la tecnica pittorica al centro dell’attenzione. Per quanto viva a Bagnacavallo, Samorì è considerato un artista berlinese, visto che ha operato per qualche mese nella capitale tedesca, nel 2011. La città infatti è terreno fertile per la proliferazione barocca in virtù della sua storia e della sua tradizione artistica, sostanzialmente diversa da quella italiana.
Samorì ha dato coraggio, con il suo immaginario, ad altri colleghi che cercavano una direzione, mettendo il punto esclamativo a una carriera che lo ha visto protagonista di numerose rassegne e mostre in Italia e all’estero.